Miss Hokusai - Sarusuberi – Volume 2

by Hinako Sugiura

Nel secondo volume dedicato alla vita della figlia del celebre pittore giapponese Katsushika Hokusai, la giovane O-ei acquista sempre più consapevolezza riguardo alle sue doti artistiche ed un ruolo di primo piano nella narrazione, passando da semplice controfigura del famoso padre, ad artista indipendente con una sua particolare personalità (per quanto sempre collegata allo studio famigliare). Il racconto di Hinako Sugiura1 si sviluppa attraverso capitoli ispirati da celebri disegni dell'artista orientale, per condurci alla scoperta di aneddoti, usanze quotidiane, credenze e superstizioni popolari che ci fanno immergere piacevolmente nel mondo giapponese dell'inizio dell'ottocento.

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Il secondo volume, edito in Italia dalla Dynit, inizia con il capitolo 16 intitolato: "Fiamme". Una serie di splendide tavole tratteggiano un affresco corale e devastante dedicato agli incendi che spesso scoppiavano nell'ottocento nelle città giapponesi. O-ei e suo padre andavano a contemplare quegli spettacoli terrificanti della natura e ne riportavano le immagini nei loro splendidi disegni, divenendo documentazione storica e capolavori di inusitata bellezza. Mentre le fiamme si alzavano imponenti nelle tenebre della notte, gli uomini correvano impotenti, come formiche impazzite, nel tentativo di domare l'incendio. E' singolare come negli stessi anni, agli antipodi del nostro pianeta, William Turner2, famoso pittore inglese, all'oscuro dei modi e delle tradizioni giapponesi, figlio e rappresentante di una cultura completamente diversa come quella occidentale, dipingesse le stesse inquietanti visioni, contemplando la forza devastante e sublime delle fiamme mentre devastavano il quartiere di Westminster, cuore politico, economico e culturale della più importante potenza coloniale del momento3. L'essere umano giustifica la sua sete di potenza e il suo egoismo cercando differenze di genere, cultura e religione, nascondendo a se stesso che l'animo umano è in realtà caratterizzato dagli stessi sogni, le identiche ispirazioni, i medesimi incubi.

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L'autrice cerca di riportare nel fumetto la stessa grazia calligrafia delle xilografie orientali, la stessa sintesi compositiva, il sapiente equilibrio tra i bianchi e neri, la forza espressiva del segno modulato attraverso il pennello. Da esperta mangaka sfrutta la ricchezza del linguaggio fumettistico, coniugando sapientemente la forza del disegno con il ritmo narrativo che si instaura all'interno di un fumetto tra le differenti tavole e, di conseguenza, tra vignetta e vignetta.

Il capitolo 20 (quinto capitolo del volume) è dedicato al sonnambulismo (in giapponese la parola si scrive “malattia del distacco dell'anima”, come ci ricorda una preziosa nota di traduzione). Per affrontare l'argomento l'autrice di Sarusuberi sfrutta una vecchia storia di fantasmi cinesi, fatta raccontare da Hokusai come un fatto accaduto a se stesso tempo prima: l'artista mentre dormiva vide uscire dalle sue dita dei sottili fili bianchi che più si allontanavano, più diventavano simili a mani. Erano le sue mani che sembravano prendere vita autonoma per andare ad esplorare il mondo circostante: uscivano dalla finestra nella notte e allungandosi come radici infinite o tentacoli mostruosi, toccavano ponti, tetti, case... all'inizio era divertente perché grazie a quelle appendici il vecchio pittore poteva toccare qualsiasi cosa, le sue dita gli permettevano di esplorare il mondo in maniera del tutto nuova. Esaudivano quel desiderio ancestrale che caratterizza tutti coloro che amano disegnare: osservare e conoscere la realtà che li circonda, ogni volta con occhi nuovi. Poi Hokusai incominciò a temere che le sue mani non sarebbero più tornate. Non avrebbe più potuto dipingere. Allora andò da un monaco che gli trascrisse dei sutra sulle braccia e le avvolse con dei rosari. Grazie a questa “cura” il disegnatore riuscì a guarire.

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Il capitolo 23, intitolato "Beltà", racconta l'inizio della promozione di O-ei come pittrice, indipendente dalla figura del famoso padre. L'episodio è narrato con la consueta ironia ed eleganza, che dimostra una profonda conoscenza del mondo dell'arte da parte della mangaka. L'agente della giovane artista presenta un dipinto, che ritrae una bellissima donna, ad un vecchio monaco il quale, inizialmente si mostra riottoso alla proposta, ma poi finisce per innamorarsi della figura dipinta. Chiede però a O-ei di dipingere un paesaggio al posto del fondo bianco che caratterizza l'immagine perché quell'assenza gli ricorda la sua prossima morte. O-ei intuisce che l'indipendenza ha un costo: la fama raggiunta dal padre gli permette di fregarsene dei capricci dei committenti e di dedicarsi ai soggetti e ai lavori che più gli piacciono. Ma la libertà va conquistata e, tutto sommato, spesso è più piacevole lavorare nella tranquilla e protetta ombra del genitore.

I capitoli continuano a susseguirsi conducendo il lettore, tra ironia e curiosità, alla conoscenza del mondo giapponese del primo ottocento, grazie alla profonda conoscenza e documentazione dell'autrice del periodo storico. Affascinanti sono i racconti dell'orrore, di cui è ricchissima la tradizione giapponese, che Hinako Sugiura sa mischiare nel racconto con piccoli dettagli della realtà quotidiana. Molto divertente l'episodio nel quale Zen, l'aiutante di Hokusai, si porta in casa involontariamente una vecchia che lo ha ammaliato nella notte nei pressi del cimitero, facendogli credere di essere una bellissima donna. La vecchia nei giorni successivi riesce a farsi prestare molti soldi dai vicini, spacciandosi per la madre di Hokusai, e poi sparisce nel nulla. La stessa capacità di fascinazione esercitato dal misterioso personaggio ha provocato in O-ei un'allucinazione facendogli apparire davanti agli occhi un bellissimo paesaggio che altro non era se non un cumulo di fogli di carta stropicciata.

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Bellissime anche le leggende legate alle lontre della pioggia. Le superstizioni popolari narrano che questi animali acquatici quando piove saltino sugli ombrelli degli ignari passanti per farsi trasportare gratuitamente, ma che se le provi a far cadere ti saltino in faccia per graffiarti. Quando i fiumi sono in piena le lontre vengono trascinate dalla corrente e le loro teste spuntano dalla superficie assomigliando ad un grosso serpente che nuota sott'acqua. Nelle notti di pioggia possono bussare alla porta sotto forma di contadino, con un grosso cappello e una lanterna per chiedere qualcosa, come un disegno a Hokusai, come ricompensa lasceranno un grosso pesce. E' cosi che nacque lo pseudonimo di Hokusai: “Katsushika” (vecchio contadino).

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Un'altra tradizione che ci viene raccontata, con il sapido gusto della tradizione giapponese, è quella di vendere piccolini uccellini in gabbia per poi essere liberati, usanza ricorrente in alcune occasioni come i funerali. Usanza poetica quanto insolita ai nostri occhi occidentali, se non per un personaggio molto particolare: Leonardo da Vinci, che spendeva i suoi denari per ridare libertà alle creature alate. Forse era tale il suo sogno di volare, dettagliatamente osservato e studiato nei suoi codici, che l'artista rinascimentale non poteva accettare di vedere quelle povere creature imprigionato in piccole gabbiette. Analogo sentimento viene raccontato nel capitolo 28 (intitolato "Tardo autunno") in cui il vecchio pittore va a trovare la sua seconda moglie e la figlia Nao, la più piccola di Hokusai, cieca dalla nascita. Attraverso piccoli dettagli ed episodi apparentemente banali della quotidianità, come un insetto che cammina sul tetto della casa, un disegno realizzato per scacciare gli spiriti e il vento che soffia per le strade, Hinako Sugiura ci racconta la morte della piccola.

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E' proprio in questa particolare sapienza narrativa, colta dalle immagini stampate nelle xilografie di Hokusai e figlia e trasmutata attraverso le potenzialità espressive e narrative del linguaggio del fumetto, che la mangaka è riuscita a trasmetterci con grande passione ed empatia una storia che non si limita ad essere la biografia di uno dei più importanti artisti del Giappone, ne al percorso professionale di O-ei, formatasi grazie all'esperienza del padre ma costretta a distanziarsi della pesante eredità, in un mondo di uomini, per trovare una cifra stilistica personale. “Miss Hokusai – Sarusuberi” non si limita neppure ad essere un profondo affresco del mondo giapponese di inizio ottocento, caratterizzato con amore del dettaglio e di un'approfondita documentazione storica. Prima di tutto, o forse in ultima analisi, questo appassionante fumetto è un racconto poetico, vibrante e partecipato, uno splendido esempio di letteratura a fumetti.

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 NOTE:

1Hinako Sugiura nacque il 30 novembre 1958. Allieva dell'autore Shisei Inagaki che gli trasferisce il gusto per la ricerca storica, in particolare sul periodo Edo, attraverso la quale costruire la trama dei suoi manga. Nel 1993, abbandona il lavoro di fumettista per dedicarsi alla ricerca sugli stili di vita e sulle usanze del periodo Edo di cui divenne ben presto un'esperta. Scrisse numerosi libri sull'argomento e apparve spesso sui media, in particolare all'interno di un popolare programma NHK, "Comedy: O-Edo de Gozaru", ambientato nel periodo Edo. Morì il 22 luglio 2005.

2Joseph Mallord William Turner (Londra, 23 aprile 1775 – Chelsea, 19 dicembre 1851) pittore e incisore inglese, rappresentante del movimento del Romanticismo.

3William Turner, L'incendio delle Camere dei Lord e dei Comuni, olio su tela, 1835, 92,5×123 cm, Cleveland Museum of Art, Cleveland.

 

Masaya Suzuki © Hiroko Suzuki 1996

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