Giuseppe Palumbo

Intervista a Giuseppe Palumbo.

Giuseppe Palumbo è un istrione, un “animale da palco”, una di quelle persone che calamitano l’attenzione dell’interlocutore. Ma Palumbo è soprattutto un disegnatore; un bravissimo e talentuosissimo disegnatore, nato all’ombra dello storico Frigidaire e ora artista di fama internazionale: in Italia lavora per la Phoenix e per la Bonelli, all’estero si sono avvalsi della sua opera colossi editoriali come la statunitense DC Comics e la giapponese Kodansha.
Impossibile restare seri, se non solo all’inizio, quando si parla con lui.

palumb11


La tua carriera di autore è costellata di collaborazioni a più livelli e con le più diverse committenze. La scelta di lavorare per la Bonelli, ad esempio, ha motivazioni artistiche o, a causa della attuale crisi, economiche?

No, no, non è stata solo una questione economica. È un momento nel quale per un autore è difficile raggiungere il grosso pubblico, se non tramite un canale come quello della Bonelli. Era quindi fondamentale per me, e non solo per me (vedi i casi di Ambrosini e Catacchio), fare una scelta di questo genere. Chiaramente, non m’interessa fare solo una cosa, ma è comunque fondamentale avere un rapporto con Bonelli.
Di qui, poi, la scelta di Martin Mystére, col quale mi trovavo più a mio agio. La storia apparsa su Comic Art anni fa era una mia proposta. Avevo chiesto a Castelli di scrivere una sceneggiatura ambientata a Matera, che speravo potesse venir realizzata da Castelli e Alessandrini, perché volevo organizzare una mostra di Martin Mystére. Invece Alfredo mi ha detto: “Sì, sì, falla tu la storia...” e mi ha ributtato la palla. Ho quindi dovuto lavorare da solo. Mi sono divertito molto, e da lì la collaborazione è proseguita.

Com’è stato, da allora, il rapporto professionale con Castelli?

Castelliano! Ho lavorato su sceneggiature abbastanza distratte (ride).
Ma ho accettato le regole del gioco. Tra l’altro la cosa mi è andata pure bene, perché nel periodo in cui ho iniziato la collaborazione con Alfredo, avevo un sacco di cose da fare e quindi la libertà che mi accordava mi ha permesso di gestirmi bene.

Quali sono i tuoi ritmi di lavoro?

Di solito, una tavola completa al giorno (matite e chine). Ci sono però dei giorni... Certi giorni ne dovrei fare tre! Lasciamo perdere... Non vi dico in quanto tempo ho realizzato un numero di Tosca, se no vi spaventereste...

Dai, diccelo!

Una settimana.

C’è un personaggio che non hai mai disegnato, e sul quale ti piacerebbe lavorare?

Beh, sono tanti. Per esempio, Batman lo farei volentieri. Bisogna vedere se la DC è d’accordo...


Chiudiamo con una domanda “seria”. Come si fa a diventare grandi come te?

Tutte le mattine Ovomaltina nel latte, è chiaro. Poi la sera la dolce Euchessina per digerire tutto, e ovviamente chilometri di carta e litrate di china. E sesso, droga e rock'n'roll a palla. Anzi, niente droga. Solo sesso e rock'n'roll.

 Articolo Emiliano Longobardi, Alessandro Pinna e Antonio Solinas, redazione di Rorschach (http://go.to/rorschach)

fotopalumbo1

fotopalumbo2

 

 

 


Ulteriori approfondimenti:

palumb11

 

"JUMBO" di Palumbo

 

 

 

 

 


Galleria immagini