Marta Palazzesi, una voce avventurosa della narrativa per ragazzi
Nata a Milano nel 1984, Marta Palazzesi è una delle firme più vivaci e riconoscibili della narrativa italiana per bambini e ragazzi. Autrice, traduttrice di sceneggiature e copioni teatrali, ha conquistato nel 2020 il prestigioso Premio Strega Ragazze e Ragazzi nella categoria 6-10 anni, con il romanzo Nebbia (Il Castoro) confermando il suo talento nel catturare la fantasia dei giovani lettori.
Con Salani Editore ha firmato tre romanzi che mescolano mistero e azione, Le avventure del giovane Lupin. Caccia al Dottor Moustache, Le avventure del giovane Lupin. Il mistero del giglio, Le avventure del giovane Lupin. L’altro conte, dedicati a un’inedita versione giovanile del celebre ladro gentiluomo.
Oltre alla scrittura, Palazzesi è impegnata nella promozione della creatività tra i più giovani: fa parte del Centro Formazione Supereroi, associazione non profit che organizza laboratori di scrittura creativa nelle scuole medie e superiori di Milano e provincia, dimostrando come le storie possano diventare uno strumento potente di crescita e immaginazione.
Il giovane Lupin di Marta Palazzesi: misteri, colpi di scena e una Parigi tutta da esplorare
Marta Palazzesi
Le avventure del giovane Lupin
Volume 1 - Caccia al Dottor Moustache
Volume 2 - Il mistero del giglio
Volume 3 - L’altro conte
Salani editore
All’inizio del Novecento, Maurice Leblanc inventava il celebre ladro gentiluomo Arsenio Lupin. Oggi, la scrittrice per ragazzi Marta Palazzesi raccoglie quell’eredità e compie un balzo all’indietro, immaginando le avventure giovanili dell’astuto protagonista. La serie Le avventure del giovane Lupin, edita da Salani, si apre con Caccia al Dottor Moustache, prosegue con Il mistero del giglio e arriva al terzo capitolo, L’altro conte.
In queste pagine incontriamo un Lupin ancora ragazzo, orfano e senza passato, cresciuto in un istituto, che decide di diventare un novello Robin Hood: rubare ai ricchi per aiutare i poveri. Sul suo cammino trova alleati e rivali. C’è il giovane Ganimard, figlio di un ispettore di polizia e afflitto da dislessia, un disturbo appena iniziato a essere studiato nell’epoca in cui si svolgono le vicende. E poi Josephine, la ragazza dai capelli rossi, che nel primo racconto ruba un diamante a Lupin ma poi lo libera dalla cantina dove è imprigionato, salvandogli la vita. In lei si intravede forse un’eco di Fujiko, l’affascinante amica-antagonista di Lupin III nel famoso manga di Monkey Punch.
Ma il nemico più temibile è il Dottor Moustache: erede mancato della famiglia reale, cresciuto nella povertà dopo che la Rivoluzione Francese spazzò via il suo casato. Corroso dall’invidia e dal rancore, progetta di distruggere la Torre Eiffel, simbolo di quella rivoluzione, proprio durante l’Esposizione Universale del 1889, centenario dello storico evento. Il mistero si infittisce: è stato davvero lui a uccidere il gioielliere Bassenge, lasciando come firma l’immagine di due baffi sulla parete, o dietro il delitto si nasconde il Conte di Cagliostro, interessato ai diamanti della regina?
Palazzesi costruisce la suspense con maestria: le strade di Parigi, Montmartre, la Galleria delle Macchine progettata da Ferdinand Dutert, gli spazi e i movimenti dei personaggi sono descritti con precisione cartografica, frutto di ricerca storica accurata. Persino un cane, Bazile, porta con sé un rimando culturale: il nome è un omaggio al pittore Jean Frédéric Bazille, vicino agli Impressionisti.
Nella parte finale, il ritmo accelera: inseguimenti rocamboleschi, Josephine in ostaggio, Lupin che corre per disinnescare la macchina ideata da Cyrille Laubion e sventare il piano di Moustache. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo: il terribile antagonista viene ucciso non dal protagonista, ma dall’arrivo improvviso del Conte di Cagliostro. Un nemico astuto e pericoloso lascia il campo a un avversario ancora più leggendario.
Tra ricostruzione storica, personaggi sfaccettati e colpi di scena degni di un feuilleton, Le avventure del giovane Lupin è una saga che avvince, diverte e porta i lettori a perdersi — e ritrovarsi — tra le strade e i segreti di una Parigi fin de siècle.
"Nebbia" di Marta Palazzesi – Un inno alla libertà tra il fango del Tamigi e il ruggito di un lupo
Marta Palazzesi
Nebbia
Il Castoro
Nebbia è il libro con cui Marta Palazzesi vince nel 2020 il prestigioso Premio Strega nela sezione Ragazze e Ragazzi, nel 2021 il PREMIO SCEGLILIBRO ed è finalista al PREMIO LAURA ORVIETO 2017/19.
Con Nebbia, Marta Palazzesi ci porta nella Londra del 1880, un’epoca appena uscita dalla “Grande Puzza” del 1852, e a un anno di distanza dalle avventure del suo giovane Lupin. L’atmosfera è cupa, carica di fumo e umidità, e il Tamigi è teatro di sopravvivenza per i mudlarks, ragazzi poverissimi che vivono in baracche sulle sue rive, vendendo ciò che il fango restituisce.
Tra loro c’è Clay, tredicenne dal cuore ostinato. La sua vita cambia quando, attirato dall’arrivo di un circo in città, incontra Nebbia: un lupo, l’ultimo rimasto in tutto il Regno Unito, prigioniero di domatori crudeli. Nebbia è feroce, diffidente, apparentemente indomabile. Ma Clay, aiutato da Ollie, la nipote della maga-indovina del circo, decide di tentare l’impossibile: restituirgli la libertà.
Il romanzo intreccia il dramma storico della persecuzione dei lupi con un messaggio senza tempo: la libertà è un dono prezioso, e talvolta richiede sacrificio e coraggio. L’idea di “casa” attraversa tutto il racconto — non come luogo fisico perfetto (le foreste in cui ritorna il lupo), ma come spazio sicuro e autentico, persino se umile e sporco come il fango del Tamigi.
Palazzesi allarga la prospettiva rispetto a un racconto d’avventura tradizionale, rendendo la narrazione corale: compaiono personaggi secondari ben caratterizzati, come Tod e Nucky, che arricchiscono l’orizzonte di Clay e consolidano il tema dell’amicizia, già presente nelle sue opere precedenti.
Nebbia non è solo un romanzo d’avventura: è un inno alla natura e alla dignità, un atto d’accusa contro la crudeltà verso gli animali e una riflessione sulla capacità di scegliere il bene, anche quando sembra impossibile. Con la sua scrittura vivida e sensibile, Palazzesi ricostruisce una Londra densa di odori, suoni e melma, e ci ricorda che la vera forza sta nella libertà — e nel coraggio di difenderla.