VampireBoy

Di Carlos Trillo e Eduardo Risso

001 Edizioni

anno 2009 - prezzo 30 euro

Titolo originale “Yo, vampiro” (prima edizione argentina del 1992)

Un chilo e 16 grammi, ben tre centimetri di spessore! Fra i libri a fumetti dedicati ai vampiri nel nostro paese, questo è sicuramente il tomo più consistente. E non si tratta solo di numero di pagine, bensì di qualità. Quella qualità che un grande narratore del fumetto sud-americano come Carlos Trillo1 ci ha insegnato ad apprezzare su fumetti ormai cult. Scritto nel 1995, “VampireBoy” non è la prima opera di Trillo dedicata al mondo dei signori della notte: come non ricordare le appassionanti vignette di “Cybersix” creata insieme al disegnatore Carlos Meglia o quelle di “Ivan Piire” illustrato dallo spagnolo Jordi Bernet?

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In “VampireBoy” Trillo gioca con la bravura che distingue la sua verve narrativa: pesca nella tradizione del genere letterario gotico-horror; lo sporca di mitologia, lo mischia con ricordi, cinema, letteratura, fumetto e storia; lo infarcisce con trovate narrative che solo un grande maestro del comic sa riesumare con abile perizia dal mare magnum dell’immaginario della nostra cultura, dal substrato del già visto, senza stancare, senza banalizzare, ma anzi arricchendolo fino a forgiarne una nuova sagoma.

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Sui vampiri è già stato scritto di tutto. Cosa poter inventare di nuovo su signori che vestiti in elegante abito da sera visitano giovani fanciulle per suggerne il sangue dal collo? Essi sono in grado di volare; di trasformarsi in nebbia, pipistrello o altri animali dall’aspetto poco simpatico; eterni, insensibili a dolore e malattie, praticamente immortali? Come destrutturate il mito del vampiro per costruirne una nuova cronaca? Trillo ovviamente ci riesce con un semplice accorgimento: trasformare in vampiro un bambino di nove anni! Ovvio no? In questo modo il vampiro è eterno, ma con le limitazioni che ha un marmocchio2. E’ meno forte di un adulto (di un adulto vampiro, ma comunque più forte di un qualsiasi mortale), non può conoscere le gioie della vita (ad esempio il sesso), nonostante l’esperienza di migliaia di anni spesso è impulsivo ed egoistico… è un bambino… un bambino vecchio… un bambino con strani super poteri.

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Dove far iniziare la storia? Perché non nell’antico Egitto, la più lontana civiltà di cui l’uomo ha conservato resti di storia e arte; proprio nel regno di uno dei faraoni più famosi, Khufu, da noi meglio conosciuto come Cheope3, il costruttore dell’omonima piramide. Quali sono i misteri che si celano all’ombra di quegli atavici massi? Come ha potuto generarsi un vampiro? A questa domanda lo sceneggiatore argentino trova un’altra insolita risposta: se la tradizione vuole che il vampiro sia figlio della notte e per questo teme il sole, in “VampireBoy” il figlio del faraone (figlio di Rha il Dio del sole) diventerà vampiro proprio grazie al sole e ricevendo la sua luce si rigenererà in eterno da tutte le ferite ricevute. Nulla sembra uccidere un vampiro, potete trafiggerlo con una spada acuminata, spaccargli il cuore con una freccia avvelenata, sparargli con una mitragliatrice, tagliarli la testa, bruciarlo, dividerlo in quattordici pezzettini e spargerlo nel deserto come successe a Osiride per mano di Seth, chiuderlo in una piramide al buio senza cibo per qualche secolo… lui tornerà sempre. Ma se un vampiro è stufo di vivere come può raggiungere la pace, tornare ad essere mortale? Apprezzare lo scorrere del tempo, giorno dopo giorno, ora dopo ora, sapendo che nessuno di quei minuti gli sarà ridato, cercando di viverli a pieno perché saranno gli ultimi? E se un’acerrima nemica, unica vampira sulla faccia della terra, generata anch’essa nello stesso istante, per lo stesso motivo, nell’antico Egitto, la sacerdotessa del serpente, Ahmasi, infingarda, traditrice ed amante del faraone, il padre del piccolo e vecchio protagonista, lo volesse uccidere? Come farebbe? Quali strumenti utilizzerebbe? Questa è un’altra delle domande attorno a cui ruota tutta la narrazione del fumetto e che troverà un’interessante risposta nell’epigono finale. Come? No, ovviamente non ve la sveliamo!

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Trillo riempie le pagine con una infinita pletora di personaggi, bizzarri, ma sempre veri, reali, credibili: un vecchio indiano che cerca le stelle dei suoi avi fra le cime dei grattacieli delle moderne metropoli; veggenti cieche, che vivono in un negozio di prodotti naturali; detective innamorati e senza soldi; bambini, precoci suonatori di blues; prostitute che utilizzano il loro corpo per conquistare il mondo; nani che fanno la guardia a bordelli di periferia; maghi indiani; gangster; mafiosi; barboni; inquisitori che perdono la loro anima; ciccione ubriache che leggono il destino fra le pieghe delle mani delle persone; segretarie troppo attente a fatti che non le riguardano; maggiordomi forzuti; signori in nero… attraverso gli occhi di questi macchiette collaterali lo scrittore ci conduce attraverso la storia del genere umano, ci permette di rileggere le vicende che hanno costruito e distrutto le grandi civiltà attraverso la vita del nostro vampiro, fino ad arrivare al mondo contemporaneo dove si svolge tutta la vicenda, dove si fondono amori, passioni, rabbia e dolore, dove si gioca il tutto per tutto in una partita che dura cinquemila anni.

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Non da meno è il disegno di Eduardo Risso4, altro maestro argentino della narrativa disegnata (“100 Bullets”, “Cain”). Una linea chiara apparentemente veloce, istintiva, fortemente narrativa, che sa bilanciare alla perfezione i bianchi e i neri della tavola, lasciando a volte spazi infiniti per creare con la nostra fantasia ciò che non è disegnato, altre volte soffermandosi a descrivere i più minuti particolari, i dettagli infimi e putridi delle strade di una metropoli. Bianchi e neri espressivi, luci e ombre che svelano e nascondono. Tagli evocativi, fortemente fotografici. Un segno grafico che utilizza sapientemente tutte le formule e i segreti del fumetto, come solo i disegnatori argentini sembrano saper fare. Una gabbia della tavola che è sempre funzionale al racconto, che si rinnova di pagina in pagina, di capitolo in capitolo, per rivelarci sempre nuove sorprese.

Articolo di Elena Porro

© SAF comics

© per l’edizione italiana 001 edizioni 2009

Note:

1Carlos Trillo (Buenos Aires, 1º maggio 1943 – Londra, 8 maggio 2011) è stato un fumettista argentino.

2L'idea è di Anne Rice nel suo romanzo "Intervista col vampiro" (Interview with the Vampire: The Vampire Chronicles del 1976). La storia sarà poi trasposta in un film del 1994 diretto da Neil Jordan e interpretato da Tom Cruise, Brad Pitt, Antonio Banderas, Christian Slater e una giovane Kirsten Dunst.

3Cheope, sovrano egizio della IV dinastia.

4Eduardo Risso (Leones, 23 novembre 1959) è un fumettista argentino.