New Hope
Tex 776, giugno 2025
Sceneggiatura di Gianfranco Manfredi
Disegni di Carlos Gòmez
Dopo l'intrigante thriller-giallo scritto da Mauro Boselli, nel quale i nostri eroi texani si sono impegnati, insieme all'aiuto del detective Rick Master, alla ricerca della Kidnappers inc., un'associazione a delinquere che ha perpetrato diversi rapimenti a scopo di estorsione, comandata da un misterioso Mr. Dark, sul Tex attualmente in edicola prende il via una storia scritta da un altro grande sceneggiatore italiano, purtroppo recentemente scomparso, ovvero Gianfranco Manfredi. Si tratta della penultima storia di Tex sceneggiata dall'autore di Magico Vento. L'occasione è ghiotta per confrontare, sullo stesso albo, e quindi apprezzare, il differente immaginario e le scelte narrative e registiche dei due scrittori. Da una parte quello più costruito, ricercato, ricco di personaggi e colpi di scena di Boselli e dall'altra parte invece quello sporco, scanzonato e irruento di Manfredi. Un west alla Sam Peckinpah, pieno di cruda realtà ma anche tanta ironia, selvaggio e dissacrante, dove polvere, sangue e battute taglienti si mescolano senza regole.
A Scottsdale, in Arizona, in quello che è poco più che un villaggio di baracche e casupole di legno, lungo una strada di terra, fango e sporcizia, sfilano, avvolti in lunghi soprabiti alla “mucchio selvaggio”, due ammazzasette che il lettore conosce molto bene: Satanasso Tex Willer e Vecchio cammello Kit Carson. Insieme a loro, stesi come salami, su altri due cavalli, i cadaveri di due banditi che i nostri eroi stanno portando allo sceriffo del paese. Il rappresentante della legge è particolarmente scocciato per l'arrivo dei due Ranger e ben presto capiamo che l’uomo che porta la stella di latta sta dalla parte delle due vittime. Poco dopo giunge il padre dei banditi insieme ad altri tre uomini armati di winchester e colt, pronti a sfidare i nostri due vecchi volponi. Non sanno quanto il loro gesto sia ardito. I nostri due amici di fronte ai quattro banditi (sei con sceriffo e aiuto sceriffo) non si perdono certo d'animo e, con una grandinata di piombo, mettono ben presto tutti a tacere.
La scena è vista, oltre che da tutti i curiosi cittadini, anche da un vecchio mormone che, visto il risultato della sparatoria, decide di assoldare o meglio di “pregare” i due rangers di aiutarlo per un problema che affligge la sua comunità. A New Hope, questo il nome della congregazione di mormoni, da qualche tempo sta accadendo un vero pandemonio. Sembra infatti che vi sia una tribù di selvaggi, dall'aspetto mostruoso, che spesso depredano il raccolto dei religiosi arrivando anche ad uccidere delle persone, facendole letteralmente a pezzi. Le armi usate da questi selvaggi sono picconi e attrezzi da minatore. Il dubbio del predicatore è che i killer provengano da una vecchia miniera abbandonata che si trova a poca distanza dal loro insediamento, dove gli assassini potrebbero aver recuperato le armi usate per compiere gli atroci delitti. Il sacerdote si era recato a Scottsdale per fare provviste e procurarsi alcune armi, visto che all'interno della sua comunità vi erano solo vecchi archibugi e che nessuno dei suoi uomini era in grado di difendersi. Quando il padre religioso ha visto i due pistoleri all'opera li ha immediatamente scambiati per angeli piovuti dal cielo. Angeli inviati dal Signore che avrebbero potuto risolvere i suoi problemi (Clint Eastwood docet: “Il cavaliere pallido” pellicola del 1985). Il riferimento agli angeli non è casuale: le origini dei mormoni fanno riferimento a Joseph Smith, cresciuto in un famiglia di cultura neo-massonica fortemente convinta dell’esistenza di angeli e demoni.
Naturalmente i nostri eroi non si tirano indietro e vengono condotti al villaggio dove nel frattempo un ragazzino, appartenente al gruppo dei cosiddetti "selvaggi", è stato catturato, legato, imbavagliato e rinchiuso in un buio porcile. Il giovane viene descritto come una belva feroce, dalla quale è meglio non lasciarsi impietosire. Un animale che non sa neppure parlare, ma proferisce solo strani versi. Tex e Carson non si lasciano confondere dalle parole dei fedeli di Mormon e rassicurano il prigioniero che è evidentemente terrorizzato. Non trattato come una bestia il fanciullo dimostra di sapere parlare e fornisce un primo indizio ai nostri eroi per capire cosa stia succedendo.
La sceneggiatura di Manfredi parte frequentemente da solidi riferimenti storici, come in questo caso la controversa epopea dei Mormoni nel west. Il tema delle comunità religiose lo ritroviamo nel romanzo “La freccia verde” (2013, Mondadori), un sacerdote è co-protagonista di “Ho freddo” (2008, Gargoyle books). Su questa base realistica lo scrittore costruisce la sua narrazione, non senza ironia e gusto narrativo, ribadendo, come spesso fa nelle sue storie, che la verità è sempre complessa e non sta mai da una parte sola.
I disegni sono di Carlos Gomez che già aveva lavorato a fianco di Manfredi e che interpreta in maniera magistrale la vicenda con il suo segno aspro e duro. Il fumettista argentino rappresenta alla perfezione il fango, lo sporco, la terra seccata sulle ruote del carro, i solchi lungo le strade, la pioggia scrosciante del temporale. Ammirando le sue vignette ci sembra quasi di sentire il freddo e l'umidità del fienile nel quale Tex e Carson si sono rifugiati per la notte. Ma soprattutto sono magnifici gli sguardi e le fisionomie, grottesche e quasi caricaturali le interpretazioni dei personaggi assolutamente bizzarri e incredibili che popolano le pagine di questa storia che vi consigliamo di leggere.
Articolo di Chiara Zeiss
Note:
1) David Samuel Peckinpah (Fresno, 21 febbraio 1925 – Inglewood, 28 dicembre 1984) è un famoso regista e sceneggiatore statunitense, considerato il principale rinnovatore del western statunitense. Tra le sue pellicole più famose ricordiamo: Il mucchio selvaggio (The Wild Bunch) (1969); La ballata di Cable Hogue (The Ballad of Cable Hogue) (1970); Getaway! (The Getaway) (1972); Pat Garrett e Billy Kid (Pat Garrett and Billy the Kid) (1973).
2) Carlos Ernesto Gómez (Córdoba, novembre 1964) è un fumettista argentino, conosciuto in Italia per essere stato il disegnatore di Dago della Eura/Aurea Editoriale (dal 1997 al 2018), personaggio creato da Robin Wood e Alberto Salinas nel 1981.
3) Per la precisione sull’albo Speciale n. 25 di Tex (o Texone) del 2011 intitolato “Verso l’Oregon”
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