La Danza Immortalata: Interpretazioni Pittoriche e Scultoree nel Mondo dell'Arte

La danza, con la sua grazia effimera e i movimenti che si svelano come una sinfonia corporea, è stata una fonte inesauribile di ispirazione per gli artisti attraverso i secoli. Dall'ardente passione del tango alle sfumature poetiche del balletto, pittori e scultori hanno cercato di immortalare il mistero della danza attraverso i loro pennelli e scalpelli, creando opere intrise di movimento, ritmo ed espressione. Sono moltissimi gli esempi che possono essere citati:

1. Edgar Degas: il balletto nella luce

Il celebre pittore impressionista Edgar Degas è rinomato per i suoi dipinti di ballerine, che catturano la grazia e la fragilità del mondo del balletto. Degas, un osservatore attento delle prove e delle esibizioni, riuscì a trasmettere l'effetto della luce sulle figure danzanti. Le sue opere, come "La Classe di Danza" e "Le Ballerine in rosa", sono esempi magistrali di come il pittore abbia catturato la plasticità dei movimenti e l'atmosfera sognante del palcoscenico.

degas classe di danza

2. Henri Matisse: danza della forma e del colore

Henri Matisse, noto per la sua ricerca per il colore e la forma, ha offerto un'interpretazione unica della danza attraverso opere come "La Danza" (in due versioni una conservata al MoMA di New York, la seconda all'Ermitage di San Pietroburgo). Matisse ha abbracciato la vitalità della danza, traducendo i movimenti fluidi dei ballerini in forme audaci e colori vibranti. Le sue opere sono esplosioni di gioia e energia, che catturano la vitalità e la bellezza della danza (e quindi dell'arte tutta) come espressione umana, scaturita dalla gioia di vivere.

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3. Pablo Picasso: la distorsione creativa

Il genio creativo di Pablo Picasso ha influito su ogni forma d'arte, compresa la rappresentazione della danza. Sono moltissime le opere che potrebbero essere citate ad esempio, a partire dalle delebri "Les Demoiselles d'Avignon", capolavoro nel quale Picasso ha scomposto e distorto le figure delle ballerine, creando una rappresentazione sconvolgente della danza come espressione di forza primitiva e dirompente. La nostra analisi si sofferma però su un'altra opera, meno dirompente, ma ugualmente rappresentativa: "Le tre danzatrici" del 1925. La tela presenta la tipica scomposizione del corpo umano caratteristica del Cubismo sintetico, si distingue infatti per una maggiore libertà espressiva rispetto alle opere cubiste analitiche precedenti. La resa cubista è permeata da una forte carica emozionale, evidente nelle divergenze e nell'intrecciarsi delle linee, così come nelle campiture di colori dissonanti. Lo spazio è occupato da tre figure danzanti di colore rosa su uno sfondo con due rettangoli azzurri che sembrano finestre e pannelli decorati laterali. Le figure rappresentano un trio di ballerini, con particolari riferimenti alle relazioni personali di Picasso. Il ballerino a sinistra ha la testa piegata in modo innaturale, richiamando le maschere africane tanto amate dall'artista. Il ballerino a destra, poco visibile, sembra una figura maschile, mentre la figura centrale ha una gamba piegata e separa le due figure laterali che, nonostante ciò, si tengono per mano, suggerendo una connessione. Si ipotizza che l'opera alluda alla relazione amorosa tra i suoi amici Ramon Pichot, Germaine Gargallo (moglie di Ramon), e Carlos Casagemas. La figura centrale rappresenterebbe Casagemas, coinvolto nella tragica storia d'amore che ha portato alla morte di Pichot.

Stilisticamente, l'opera mostra l'influenza dell'Espressionismo e, in parte, del surrealismo emergente in quegli anni. Picasso utilizza questa creazione per commemorare la storia tragica dei suoi amici, evidenziando elementi allucinati e macabri, richiamando anche il suo periodo blu legato alla morte di Casagemas in passato.

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4. Mondrian dall'ascetismo alla danza sfrenata

"Broadway Boogie-Woogie" è un dipinto di Mondrian realizzato durante gli ultimi anni della sua vita a New York (1940-1944). Il quadro presenta una moltitudine di quadrati di colori luminosi e brillanti, disposti senza reticoli neri rigidi, caratteristici dei suoi lavori precedenti. La disposizione dei quadrati senza linee nere crea un effetto mosaico che richiama il ritmo frenetico del Boogie-Woogie, trasmettendo un senso di vitalità e catturando l'atmosfera di Broadway. Queste opere rappresentano un radicale sviluppo nell'approccio astratto di Mondrian, con forme che sostituiscono il ruolo delle linee. I quadri della serie "Boogie-Woogie" rappresentano un cambiamento significativo rispetto all'austerità scientifica delle opere degli anni '20 e '30, riflettendo invece la musica ottimista e allegra che li ha ispirati e l'energia della città in cui sono stati prodotti.

Piet Mondrian 1942 Broadway Boogie Woogie


La danza, con la sua poesia in movimento, continua a ispirare e ad affascinare gli artisti di ogni epoca. Dalle ballerine di Degas ai corpi scolpiti di Rodin, ogni interpretazione artistica contribuisce a un dialogo senza fine sulla bellezza effimera della danza e sulla sua capacità di comunicare emozioni universali attraverso l'arte. La danza, immortalata su tela e plasmata nella pietra, rimane una testimonianza eterna della connessione tra l'arte e il movimento umano. In questi giorni ci sono due mostre in Italia che analizzano il tema della danza. Quella di Auguste Rodin a Milano e quella di Lorenzo Mattotti a Brescia.

Auguste Rodin: La danza incarnata nella scultura

Mentre i pittori si immergevano nei colori e nella luce, lo scultore Auguste Rodin ha plasmato la danza attraverso il freddo marmo e il caldo bronzo. La sua scultura "La Danse" incarna la fusione di corpi in movimento, catturando la sensualità e la potenza della danza. Le figure intrecciate e i corpi contorti raccontano una storia di connessione e armonia, sottolineando il modo in cui la danza può essere una forma di comunicazione non verbale.
La mostra al Mudec di Milano, dal 25 ottobre 2023 al 10 marzo 2024, e il relativo catalogo, realizzati in collaborazione con il Musée Rodin, esplorano la passione del celebre scultore francese per la danza, in particolare quella tradizionale cambogiana. Questa forma di danza divenne popolare in Europa tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo grazie alle tournées delle danzatrici khmer a Parigi. La mostra si concentra sul ciclo Mouvements de danse, composto da figurine in terracotta e disegni, realizzato da Rodin tra il 1902 e il 1913. Essa rivela il massimo raggiungimento di Rodin nel rappresentare il movimento del corpo e il ritmo che lo guida. Guardando al presente, si evidenzia come la coreografia della danza contemporanea trovi ispirazione nella lezione dell'artista francese. In tal modo, la lezione di Rodin crea un ponte tra l'Europa e le culture extraeuropee, unendo il XIX secolo al nuovo millennio, all'interno della contaminazione caratteristica delle più recenti sperimentazioni artistiche.

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"Lorenzo Mattotti - Storie, ritmi, movimenti"

La mostra "Storie, ritmi, movimenti", allestita a brescia presso il Museo di Santa Giulia (a cura di Melania Gazzotti) e visitabile dal 14 settembre 2023 al 28 gennaio 2024, presenta una vasta selezione di opere del fumettista e illustratore Lorenzo Mattotti, incentrate sui tre mondi della creazione artistica che hanno maggiormente influenzato il suo lavoro: la musica, il cinema e la danza. La mostra offre un'ampia visione dell'opera dell'artista, dimostrando la sua eccellenza in diversi linguaggi, dal fumetto all'animazione. Sono esposti illustrazioni a pastello originali e disegni preparatori, dai suoi esordi agli anni più recenti.

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La sezione dedicata alla musica mostra le prime storie a fumetti ispirate al rock e presenta due nuclei importanti di opere: le illustrazioni per il libro di Lou Reed "The Raven" (2011) e le tavole a china realizzate in occasione della messa in scena di "Hänsel und Gretel" (2009) di Engelbert Humperdinck alla Philharmonie di Parigi. La sezione sulla danza presenta disegni dal libro "Carnaval" (2005), frutto dell'esperienza immersiva di Mattotti al carnevale di Rio de Janeiro, e tele inedite appositamente dipinte per la mostra, facenti parte di un ciclo sulle danze collettive. La sezione dedicata al cinema include lavori legati agli interludi per il film "Eros" di Michelangelo Antonioni, Steven Soderbergh e Wong Kar-wai, nonché estratti di tutte le animazioni di Mattotti con i relativi disegni preparatori. Uno spazio speciale è dedicato al suo ultimo lungometraggio "La famosa invasione degli orsi in Sicilia" (2019), tratto dall'omonimo romanzo di Dino Buzzati. Ogni sezione offre una prospettiva unica sulla carriera di Mattotti, evidenziando la sua capacità di superare le barriere tra generi attraverso il disegno, il quale, con il suo tratto distintivo, conferisce ritmo e dinamismo ad ogni opera. I colori vibranti e quasi ipnotici di Mattotti narrano l'intero spettro delle emozioni umane.

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Ammirando le tavole esposte, realizzate con i tipici colori saturi e sgargianti dei suoi pastelli, si viene trascinati nel ritmo tribale della danza messa in scena da Lorenzo Mattotti. Figure che fluttuano e si librano nell'aria, spesso danzando o recitando, grazie alla sua abilità nel colore. Anche quando utilizza il bianco e nero, dipinge con una sola matita. Le sue opere, che spesso annunciano festival, mostre o film, catturano lo spettatore con il movimento delle figure e la loro postura fluttuante, creando una sensazione di eterna sospensione in una dimensione altra. Mattotti sembra possedere la chiave per far transitare le sue figure da una dimensione all'altra, con forme che si ripiegano, distendono e agglomerano, creando configurazioni fluide e liquide nel colore che le circonda. Le opere di Mattotti non sono levigate, ma ripiegate e distese, dando vita a spazi sognati due volte, come storie già conosciute ma ancora da disegnare. La sua arte suggerisce una magia narrativa o forse solo un'illusione del disegno che sa raccontare, spaziando tra recto e verso del foglio con una mano che stira lo spazio come un elastico morbido e pastoso.

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In questa mostra, Lorenzo Mattotti evidenzia come la sua capacità narrativa derivi dal fumetto e dal suo spazio quadrettato. L'artista ha liberato i dettagli dallo spazio ristretto delle griglie delle vignette, consentendo loro di espandersi in una dimensione più ampia e sfumata. I personaggi di Mattotti, spesso femminili, sono immersi in uno stato di danza costante, con gonne che si gonfiano come ombrelli e dimensioni indefinite che oscillano tra grandezza e piccolezza. La pittura di Mattotti attinge al meraviglioso e al fantastico, con il colore trionfante come sfumato e accensione. Il disegno è per lui un'esplorazione di una mente multiforme e multistrato, sempre legata alla dimensione del foglio. Mattotti crea forme che oscillano tra il definito e l'informe, offrendo uno spettacolo visivo in cui musica, cinema e danza convergono davanti agli occhi dello spettatore.

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© Lorenzo Mattotti e detenenti diritti