Michelangelo 1: la formazione neoplatonica

Michelangelo Buonarroti, uno dei più grandi maestri del Rinascimento, fu un artista la cui formazione giovanile e l'approccio alla realtà artistica furono fortemente influenzati dal neoplatonismo, corrente filosofica che permeò l'epoca. Nato nel 1475 a Caprese, trascorse la sua giovinezza a Firenze, dove ebbe l'opportunità di entrare in contatto con alcune delle menti più brillanti del suo tempo, tra cui Lorenzo de' Medici, il Magnifico, che favorì il suo accesso a una formazione artistica e intellettuale di alto livello.

In giovane età, Michelangelo studiò scultura e pittura, ma la sua visione dell'arte fu fortemente segnata dalla riflessione filosofica. Il neoplatonismo, che riscopriva e reinterpretava le idee di Platone, affermava l'esistenza di una realtà superiore, perfetta e immutabile, che l'anima umana può raggiungere solo attraverso la contemplazione e l'arte. Questo pensiero influenzò profondamente Michelangelo, che, nei suoi capolavori, cercò di rappresentare non solo la bellezza fisica, ma anche un ideale di perfezione spirituale, un'armonia che andava oltre la materialità del corpo.

La sua formazione artistica si intrecciò con l'influenza dei filosofi neoplatonici, in particolare quelli legati alla corte medicea, come Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola, che vedevano nell'arte una via per avvicinarsi al divino. Michelangelo, dunque, non si limitò a creare opere destinate solo alla bellezza estetica, ma aspirava a raggiungere un'alta dimensione spirituale, dove l'arte diventava mezzo di elevazione dell'anima. Le sue sculture, come il David o la Pietà, e le sue opere pittoriche, come la Cappella Sistina, sono testimonianze tangibili di un'artista che cercava di incarnare l'ideale neoplatonico di un'armonia universale, in cui il corpo, pur essendo il soggetto della sua arte, diveniva il mezzo attraverso cui esprimere una verità più alta.

In sintesi, la formazione giovanile di Michelangelo, arricchita dalla filosofia neoplatonica, non solo lo portò a perfezionare le sue straordinarie doti tecniche, ma lo spingeva a cercare nella bellezza esteriore il riflesso di una realtà trascendentale. L'arte per Michelangelo divenne, dunque, una via attraverso cui l'uomo potesse avvicinarsi alla divinità, un canale di meditazione e di elevazione spirituale.

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