I lavori inviati non corrispondono alla nostra linea editoriale
Questa è la tipica risposta che la maggior parte degli aspiranti autori si vedono rispondere dalle case editrici dopo aver spedito i loro lavori (sia disegni che soggetti). Anzi possiamo affermare che sia la risposta standard. Chiariamo subito una cosa: le case editrici hanno bisogno di avere nuove collaborazioni, nuovi autori e nuove proposte editoriali per arricchire il proprio catalogo. Purtroppo, soprattutto negli ultimi vent'anni, il numero di persone che invia delle prove è aumentato in maniera esponenziale costringendo gli editori a un lavoro enorme, spesso difficilmente gestibile soprattutto per la maggior parte delle case editrici italiane che sono piccole realtà. Fino a vent'anni fa le case editrici cercavano di personalizzare la risposta, fornendo consigli e indicazioni per permettere agli autori di crescere e migliorare. Un lavoro impegnativo per una redazione, fatto però nella speranza di formare competenze necessarie per i nuovi autori in modo da permettere loro di diventare professionisti. Purtroppo l'atteggiamento dei giovani è divenuto sempre meno disponibile, anzi si dimostrano spesso offesi di fronte alle indicazioni e ai consigli dei redattori. I social hanno permesso il diffondersi di critiche spesso aspre, quanto immotivate e gratuite. Ecco allora, da parte delle case editrici, la necessità di barricarsi dietro un atteggiamento più burocratico e distaccato. La frase “i lavori inviati non corrispondono alla nostra linea editoriale” taglia la testa al toro, non lasciando spazio a contestazioni. E' anche vero che spesso i giovani aspiranti autori spediscono i propri elaborati senza curarsi minimamente di quella che sia la tipologia di prodotto di una casa editrice, soprattutto oggi che una mail non ha costi (per chi la spedisce ma non per il consumo energetico globale) e può essere spedita velocemente. Bisogna invece fare molta attenzione al catalogo della casa editrice: alle collane e delle sotto collane, la tipologia di pubblicazioni, il target, le scelte grafiche ed editoriali, per capire se quella casa editrice può essere interessata al nostro lavoro o meno. Bisognerebbe progettare e sviluppare delle proposte pensate appositamente per una specifica casa editrice. Un esempio banale, ma speriamo chiarificatore: è inutile spedire delle prove di Topolino (o con personaggi simili a quelli disneyani) alla Sergio Bonelli editore, perché si occupa di fumetto d'avventura realistico e non comico.